Casa + Badante: la scelta migliore per un luogo sicuro a Bologna
Sempre più famiglie a Bologna si interrogano sulla questione questione se sia meglio una RSA o una badante.
Da anni, non solo noi di AES DOMICILIO, ma anche autorevoli voci mediche e scientifiche si sono espresse a proposito: la soluzione migliore è la badante!
I motivi possono essere molto numerosi, ma primo su tutti è il non sradicamento dell’anziano dai proprio affetti, dai propri luoghi della memoria, dalla sua amata casa. Questo è un dato fondamentale e non trascurabile soprattutto sul piano psicologico: per assistere un nostro familiare la badante ad ore ha bisogno di spazi per lui abituali.
Dato che si resta nel proprio ambiente, ritengo che sarebbe la scelta migliore per un anziano. A volte, infatti, basta cambiare luogo, o anche soltanto stanza da letto per mettere in difficoltà un anziano. Con l’avanzare dell’età, infatti, si perde l’efficienza dei cinque sensi (udito e vista soprattutto) ma vengono meno anche molte capacità relazionali e sicurezze legate all’ambiente circostante. Il cambiamento determina spesso la perdita di lucidità e squilibri psicologici. Meglio ancora se le badanti sono preparate con corsi di assistenza ad hoc.
AES DOMICILIO seleziona la badante che occorre alle vostre esigenze. Grazie al nostro team di screening il quale oltre che a vagliare le competenze della badante, cerca, immediatamente, di creare un profilo che possa soddisfare le esigenze. AES Domicilio ha a disposizione un grande database di badanti nelle province di Bologna e Modena se cerchi se cerchi se cerchi Badanti Bologna, Badanti Modena, Badanti Imola, Badanti Casalecchio di Reno e Badante Valsamoggia.
Quella di scegliere dove spedire il proprio caro: e ‘spedire’ è ancora un verbo scorretto, poiché ben sappiamo che la prima regola per accudire gli anziani è proprio la vicinanza, e il prendersene cura. Infatti, a seguito del Coronavirus, si è reso lampante il dato per cui le RSA sono diventate un vero e proprio luogo di isolamento: un luogo di confino. Anziché essere promosse come strutture in cui vigesse la compagnia h24, si sono strutturate come istituzioni in cui la vicinanza è diventata mortale, non in sé, ma in quanto superficialmente gestita in un periodo come questo di pandemia.
Certo le RSA non sono da demonizzare sempre ed in ogni caso, infatti l’accoglienze di persone fragili, e per ‘fragili’ si intenda l’anziano che, una volta superata la fase acuta della malattia, non è probabilmente in grado di gestire la malattia o la convalescenza da solo. Molte volte ho visto coppie di anziani prendersi cura l’uno dell’altra. Poi, basta che uno dei due si ammala o muore e l’equilibrio salta. Vorrei ricordare, poi, che una malattia acuta in un paziente anziano può essere il passaggio dallo stato di autosufficienza a uno di fragilità.
Tuttavia le RSA in questo preciso momento storico, questo ove dilaga ancora oggi la pandemia a tutto spiano, a seguito di quanto successo a Marzo, hanno dimostrato una insufficiente capacità di gestire la situazione; proprio le RSA che sarebbero dovute essere le principali istituzioni di guarentigia per le fasce più deboli, si sono dimostrate delle scellerate corsi per la morte.
La presenza della badante convivente, invece, non solo ha limitato il contagio e il possibile scorrere del virus in lungo e in largo, ma offre la possibilità di non perdere i luoghi della propria vita e la vicinanza degli affetti: tutti elementi violati dalle RSA.
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